Mario Airò
Il workshop dell'autunno 2006 ha visto in qualità di master Mario Airò (Pavia 1961).
Gli interventi di Mario Airò nascono per lo più con l’intento di indurre nello spettatore stati d’animo e sensazioni fortemente emotivi. Composte da oggetti, immagini, testi, suoni e fonti luminose giocano sulla delicatezza, sull’effetto incantatorio e seducente per trasformare gli ambienti espositivi in spazi mentali avvolgenti, irreali, capaci, nella loro insistita perfezione, di restituire il senso di una vita sognata più che vissuta; rappresentano momenti di vita filtrati attraverso il desiderio o attraverso una memoria affettiva che sfronda la realtà riducendola a pochi elementi essenziali, destinati ad essere amplificati a dismisura.
Artista tra i più influenti della sua generazione ha avuto mostre personali e collettive in Italia e all’estero tra cui ricordiamo la sua partecipazione nel 2005 alla 1 Moscow Biennale of Contemporary Art, Mosca; nel 2004 alla Biennale di Kwangju e in Spazi atti/Fitting Space: 7 artisti italiani alle prese con la trasformazione dei luoghi presso il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea a Milano. Nel 2001 espone in una personale alla GAM di Torino, La stanza dove Marsilio sognava di dormire... e altri racconti, alla Biennale di Valencia e al progetto pubblico permanente nell’ambito della rassegna Luci d’Artista a Torino; nel 2000 ha avuto una personale alla Kunsthalle di Lophem. Ricordiamo ancora la sua partecipazione nel 1997 alla 47 Biennale di Venezia. Hanno ospitato suoi lavori in mostre collettive, tra gli altri, il Castello di Rivoli, il Museum of Contemporary Art di Tokyo, lo S.M.A.K. di Gent, la Triennale di Milano.