Liliana Moro
Il workshop di autunno del 2010 vede in qualità di master Liliana Moro, artista italiana tra le più interessanti della sua generazione
Liliana Moro è nata nel 1961 a Milano, dove vive e lavora.
Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera con Luciano Fabro.
Nel 1989 fonda a Milano, insieme a altri artisti, lo Spazio di via Lazzaro Palazzi, che chiuderà nel 1993.
Dopo la prima personale, che ha luogo nel 1990 nello Spazio di via Lazzaro Palazzi, nel 1991 partecipa alla mostra Una Scena Emergente, curata da Amnon Barzel e Elio Grazioli, al Centro per l’Arte Contemporanea di Prato.
I lavori di questo primo periodo evidenziano la costruzione di un linguaggio leggero e del tutto personale che non aspira più a una visione oggettiva del mondo; “le sue opere non pretendono di scomporre né di analizzare la realtà,bensì la circoscrivono, la reinquadrano. Sono territori di un’esperienza individuale (quella dell’artista,ma anche,e soprattutto dello spettatore) che invitano ad andare oltre ciò che è visibile.
Liliana Moro coerentemente e tenacemente riafferma un modello di visione, e non di immagine, e un’attenzione alla ciclicità del tempo, o meglio, del tempo vissuto, che è insieme,rumore e silenzio, pausa e parola.”
Nel 1992 è invitata da Jan Hoet a Documenta IX, Kassel e nel 1993 alla XLV Biennale di Venezia, curata da Achille Bonito Oliva, nella sezione Aperto. Nel 1994 alla mostra Soggetto Soggetto a cura di Francesca Pasini e Giorgio Verzotti al Castello di Rivoli; una sua opera – Aristocratica – viene acquistata dal Museo.
Durante gli anni Novanta tiene numerose mostre personali in Italia e all’estero: 1992 - Galleria Locus Solus, Genova, 1993- Migrateurs, a cura di Hans Ulrich Obrist, ARC Parigi, Galleria Emi Fontana Milano, 1994 - Studio Casoli, Milano, 1996- MUHKA di Antwerpen, Galerie Michel Rein, Paris, 1998 - Galerie Meert Rihoux Bruxelles, 1999 - De Apple Amsterdam; e partecipa a importanti collettive, tra le quali: Ultime Generazioni,Quadriennale Nazionale di Roma (1996), Wounds, Between Democracy and Redemption in Contemporary Art a cura di David Eliot e Pierluigi Tazzi, Moderna Museet di Stoccolma (1998), Minimalia, a cura di Achille Bonito Oliva PS1, New York (1999).
Nel 2001 presenta, in una personale alla Galleria Emi Fontana di Milano, un’opera, dal titolo emblematico “ “, che segna un momento nuovo nel suo percorso. La relazione tra interno ed esterno, tratto distintivo della ricerca di Liliana Moro e insieme metafora del nostro essere nel mondo, non è più affidata alla miniaturizzazione e all’allegoria dell’infanzia, ma diviene uno spazio da sperimentare. Suono, parole, video, sculture, oggetti e performance, compongono un mondo, che “mette in scena” una realtà, allo stesso tempo, cruda e poetica.
Nel novembre del 2004 la Fondazione Ambrosetti le dedica la prima mostra antologica, in occasione della quale viene pubblicato il catalogo “Liliana Moro, La Fidanzata di Zorro”, a cura di Loredana Parmesani e Cecilia Casorati edito da Skira, che raccoglie un’ampia documentazione fotografica del suo lavoro e una antologia di testi critici.
Recentemente, Liliana Moro ha presentato importanti mostre personali all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, Fabbrica del Vapore, Milano (2008) e la sua quinta personale alla Galleria Emi Fontana, Milano (2009), e ha partecipato ad importanti mostre collettive tra le quali Italics, curata da Francesco Bonami, Palazzo Grassi, Venezia; (2008) Focus on Contemporary Italian Art – New acquisition – MAMbo Museo d’arte moderna, Bologna (2008) Venezia Salva, Magazzini del Sale, Venezia mostra collaterale della 53 Biennale di Venezia; Celebretional Institutional Critique, Galleria Civica di Trento (2009).
Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero.
Elaborati del workshop