Fondazione Spinola-Banna per l'arte
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Arianna Piazza

Nata ad Asolo (TV) il 09-11-1983.
Vive e lavora tra Bassano del Grappa (VI) e Venezia.

www.ariannapiazza.com
2010, diploma di laurea di II livello, indirizzo pittura, conseguita presso l'Accademia di Belle
Arti di Venezia.

2008, diploma di laurea di I livello, indirizzo pittura, conseguita presso l'Accademia di Belle Arti
di Venezia.

Il mio lavoro è infinito. Partiamo da questo presupposto. Non può avere fine perché può solo evolvere, trasformarsi. Nulla si distrugge, tutto si trasforma. Il mio è un bestiario, è una catalogazione di elementi organici, artificiali e sintetici che si modificano a causa dell'uomo e della vita stessa. Inizialmente indagavo il mondo della microbiologia, dei batteri, le muffe, ciò che possiamo vedere al microscopio e che ad occhio nudo non percepiamo. Poi la cosa si è trasformata, si è allargata come una macchia d'olio che dilaga e ha avvolto anche la genetica, le malformazioni, il corpo umano o animale che sia, le ibridazioni, gli errori, gli esperimenti, la vita nella sua essenza.
Nulla si distrugge, tutto si trasforma. I protagonisti delle mie opere pittoriche ed installative si modificano sempre, crescono, cambiano, alcuni si estinguono, altri ritornano.
Io li catalogo, li descrivo, gioco a fare la scienziata. Creo mondi. Gli esseri che dipingo o che cucio o che costruisco probabilmente non esistono…o forse si. Nei laboratori magari. O forse sono un esempio di ciò che potremmo avere in futuro e non è detto che sia un futuro così spaventoso.
Insomma in un futuro anche non troppo lontano potremmo avere uno dei miei esseri accovacciati sul divano in sostituzione del gatto, magari sorpassato dalle mode del momento. Noi stessi ci trasformiamo, perché non siamo immuni all'evoluzione noi che comandiamo il mondo, noi che abbiamo il potere di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa deve vivere e cosa deve morire. Ci modifichiamo tra di noi con la chirurgia, con i geni, facciamo una selezione a volte ci sono degli errori e ne escono dei mostri, delle anomalie. Io però non me la sento di dare giudizi né a parole, né attraverso il mio lavoro riguardo a tutte queste pratiche di laboratorio, esperimenti medici, creazioni chirurgiche, vorrei solo porre delle riflessioni. Non mi interessa fare romanzine o sostenere tesi "a favore di", voglio essere neutra anche se la cosa è praticamente impossibile in quanto tutto passa attraverso la percezione e di conseguenza ne emerge un punto di vista personale. Il mio lavoro vuole essere un'indagine che fa pensare il fruitore, che lo porta a farsi domande su se stesso, sul mondo, sulla vita. Il mio lavoro non porta a risposte ma a domande; non porta a certezze rassicuranti, ma ad ansiose insicurezze sul domani e sull'oggi.