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Biografia Fabio Vacchi

Per Vacchi l’opera musicale non è solo un gioco di strutture astratte ma, senza peraltro eludere il rigore e la cura della scrittura, è anche il progetto di un compositore che cerca di raggiungere gli ascoltatori nel più profondo dell’animo e che, con uno stile spesso commovente, vuole essere attento ai problemi del suo tempo.(Jean Jacques Nattiez)

Fabio Vacchi non appartiene a scuole o tendenze particolari, ma si distingue per tratti tutti personali e inconfondibili. Il suo concetto di semplificazione è tutt’altro che semplice; quello del bello, del “piacevole” è tutt’altro che univoco; né il lascito della sperimentazione è cancellato a beneficio di una attrattiva troppo immediata; insomma le tracce sono intricate; mentre chiaro, ripetiamo, è il risultato compositivo, espresso da una serie di lavori concatenati fra loro e sempre più compiuti in se stessi come oggetti musicali. Si è spesso insignito sui problemi della musica contemporanea come problemi di linguaggio; ma forse, più ancora, si tratta di problemi di contenuto, di vuoto interiore. Ora, Vacchi è un artista ricco di possessi culturali e umani: il mestiere, certo, affinato, nella tecnica strutturale più agguerrita, ma anche la reattività emotiva, la voce della terra e degli affetti tangibili e quotidiani, la sensibilità per la radice popolare, dialettale, l’apertura ai linguaggi dei continenti remoti; un mondo pieno di cose vicine e lontane, ma tutto in qualche modo unito da un sentimento capace di percorrere queste differenze nutrendole una dell’altra.
Le opere di Vacchi sono state eseguite in tutto il mondo, commissionate e dirette da Claudio Abbado, Luciano Berio, Myung-Whun Chung, Daniel Harding, sir Neville Marriner, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Antonio Pappano, Riccardo Chailly.
Fra i suoi titoli: Dai Calanchi di Sabbiuno (1997); La station thermale (1993); Les oiseaux de passage (1998); Il letto della storia (2003); Briefe Büchners (1997); Tre veglie (2000); Diario dello sdegno; Memoria italiana (2003); Quartetto n. 3 (2002); Terra comune (2002); Voci di notte (2006); La giusta armonia (2006); Mare che fiumi accoglie (2007); La madre del mostro (2007); Teneke (2007).
Una nuova installazione di Giulio Paolini con sue musiche è stata commissionata da Santa Cecilia (Roma, Nuovo Auditorium). Consonanze per violino sarà il brano d'obbligo nel prossimo Concorso «Paganini» di Genova (2008). Un nuovo quartetto, scritto per la Società del Quartetto di Milano, sarà eseguito dal quartetto di Salvatore Accardo. Un nuovo brano sinfonico ispirato alla shakespeariana Tempesta avrà la prima esecuzione a Milano nel marzo 2009, commissionato dalla Filarmonica della Scala. Vacchi sta scrivendo inoltre una nuova opera, su libretto di Amos Oz (da Lo stesso mare), per il Teatro Petruzzelli di Bari.
Ha composto le colonne sonore dei film Il mestiere delle armi e I cento chiodi, entrambi di Ermanno Olmi e Gabrielle di Patrice Chereau.
Ha vinto il Koussewitzky Composition Prize al Berkshire Music Center di Anglewood nel 1974 e il primo premio al Concorso Gaudeamus nel 1976 (Olanda).
È membro effettivo dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.