Storia
Fondata da Gianluca Spinola, la Fondazione Spinola Banna per l’Arte propone seminari pubblici, workshop e conferenze sull'arte e sulla musica contemporanea che avranno luogo nello splendido quadro della tenuta di Banna. Imponente complesso di edifici rurali a corte chiusa, tra i più grandi e interessanti del Piemonte, è dominato da un massiccio torrione rimodernato sulle fondazioni di un’antica casaforte, la cui più remota attestazione risale alla seconda metà del Duecento. Possesso dei Canonici di Asti, poi feudo dei Roero, degli Asinari di Virle e dei Caraglio, venne eretto con Chieri, Poirino e Riva in principato nel 1785 da Vittorio Amedeo III di Savoia in favore del figlio Vittorio Emanuele, Duca d’Aosta. In seguito la tenuta ebbe vari proprietari, fino ad arrivare nel corso della prima metà del Novecento alla famiglia Spinola.
Gli edifici che costituiscono il complesso sono ancora in parte utilizzati per le attività dell'azienda agricola di 280 ettari, coltivata a grano tenero, meliga e soia, colture classiche per queste zone e per questa tipologia di terreno. L'attrezzatura esistente consente l'autosufficenza dalla raccolta e alla semina senza necessita' di ricorrere all'outsourcing.
Inaugurato nel 2005, il centro appositamente creato comprende tre edifici rustici del tutto rinnovati, offre spazi individuali e comuni nonché una residenza per artisti. Il complesso prevede la possibilità di ospitare persone disabili.
Recupero architettonico:
La Fondazione Spinola Banna per l’Arte ha sede nella tenuta Banna di Poirino, a venti chilometri da Torino.
Gli edifici che costituiscono il complesso comprendono fabbricati di epoca medioevale e tardo settecentesca e sono ancora in parte utilizzati per le attività dell’azienda agricola.
La tenuta Banna si estende su un territorio non ancora compromesso dal punto di vista paesaggistico, tipicamente rappresentativo di quella campagna piemontese compresa tra l’arco alpino, il Monferrato, il Roero e le Langhe.
La Fondazione Spinola Banna per l’Arte ha realizzato in una porzione degli edifici rustici al momento inutilizzati una residenza per artisti, la cui capacità ricettiva massima prevista è di otto posti letto in camere singole con servizi autonomi, e la possibilità di ospitare persone disabili.
Scelte progettuali e motivazioni:
La residenza è intesa come una struttura di comunità autosufficiente, che si articola in tre edifici dotati di spazi comuni e spazi privati per le diverse funzioni residenziali e lavorative degli ospiti. L’intervento si risolve mettendo in relazione tra loro quattro edifici senza alterarne la volumetria ed i caratteri architettonici originari.
La ristrutturazione è stata eseguita dall’arch. Cesare Burdese.