Alberto Garutti: workshop con residenza e mostra 2005
Il workshop dell’autunno 2005 ha visto in qualità di master Alberto Garutti (Galbiate, Co 1948).
Il primo workshop della Fondazione Spinola Banna per l’Arte
“avere cura di”
Il laboratorio stato incentrato sul tema dell’”attitudine che ognuno di noi può avere nel prendersi cura di qualcuno o qualcosa”. Si è scelto un luogo già fortemente connotato – un’azienda agricola di 280 ettari, che produce grano tenero, meliga e soia – per stimolare “un’attenzione alla realtà circostante attraverso uno sguardo critico, etico e amoroso”.
Il laboratorio, coordinato e diretto da Alberto Garutti, è finalizzato alla produzione di pensieri, idee e progetti “che nascano proprio da questo tipo d’interazione, che è auspicabile avvenga quando un artista opera in un contesto non destinato alla fruizione artistica, e in vario modo appartenente a una collettività”.
Otto giovani artisti che operano sul territorio hanno preso parte a questo workshop che ha inaugurato l’attività di formazione post-universitaria d’arte contemporanea della Fondazione Spinola. I giovani studenti hanno vissuto nei locali di lavoro e residenza della Fondazione all’interno della tenuta di Banna – in un ambiente e in spazi distanti dai luoghi a loro abituali – un rapporto didattico e un’esperienza profonda di condivisione con il loro docente. Il laboratorio così condotto ha dato vita a nuovi progetti artistici che verranno esposti nel corso della presentazione odierna all’interno della mostra di Alberto Garutti.
La mostra di Alberto Garutti sarà aperta gratuitamente al pubblico per tutto il mese di novembre nei giorni di venerdì, sabato e domenica dalle ore 14.30 alle ore 18.30.
“Credo che il dialogo con lo spettatore, da sempre alla base dell’esistenza dell’opera stessa, venga ad assumere un ruolo ancora più importante adesso, in un momento in cui l’arte desidera ritornare a vivere nello spazio pubblico, in stretto legame con la realtà della vita, quindi con l’architettura, i suoi contesti, i media e soprattutto un pubblico che non è più quello selezionato del ristretto sistema artistico.” L’intera opera di Alberto Garutti si muove dalla volontà di distanziarsi dal museo come istituzione contrapponendo ad esso l’originale senso dello spettatore che, come dice l’artista stesso, implica l’”andare verso” l’opera. L’artista decide quindi di esporre in spazi pubblici, conscio comunque che il semplice spostarsi dallo spazio espositivo non è sufficiente a rivitalizzare il ruolo dello spettatore e a facilitarne l’incontro con l’opera d’arte. La sua ricerca artistica tuttavia, è fondata su un’intensa riflessione sul luogo in cui si manifesta e da cui trae origine l’opera d’arte stessa: i suoi interventi urbani si sviluppano sempre all’insegna del rispetto per le strutture architettoniche esistenti e per la sensibilità degli abitanti. La forte connotazione etica presente nelle sue opere, che possono essere realizzate tramite l’utilizzo delle tecniche e delle modalità più varie, fa sì che prevedano sempre una forte relazione con il contesto , fino al momento della realizzazione. La raccolta di memorie, la possibilità di rapportare l’uomo al suo ambiente naturale e vitale, alle sue città, alle sue architetture, ai suoi affetti più intimi, muove tutto il lavoro di Alberto Garutti.