Giuseppe Caccavale nasce ad Afragola (Napoli) nel 1960, vive e lavora tra Parigi e Bari. Professore di Art Mural Dessin et Poetique des Espaces all’Ecole Nationale Superieure des Arts Decoratifs di Parigi, lasciata l’Italia dopo il percorso accademico, nel corso dei suoi vari spostamenti in Europa apprende e sperimenta tecniche diverse di origine antica, quali l’affresco, la miniatura, l’incisione su vetro, riportando nelle sue opere le suggestioni provenienti dall’incontro con culture diverse, dall’arte fiamminga agli affreschi bizantini. Elemento centrale della sua poetica è la forza del segno, che funziona da trait d’union tra le cosiddette arti “maggiori” e “minori” e permette la traduzione visiva di brani poetici, dando corpo e immagine alle parole. L’artista realizza disegni, opere su vetro ed affreschi su muro. Tutto il suo lavoro è arte del segno sulla materia che nasce da un medesimo gesto: quello della punta sulla superficie. Le opere di Caccavale sono state oggetto di esposizioni personali in Italia presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia e l’Opificio Arte Contemporanea di Benevento e all’estero presso il Musée Grobet-Labadié di Marsiglia e il Vereninging voor het Museum van Hedendaagse Kunst di Gand, oltre ad essere state inserite in diverse mostre collettive.
Tra le mostre di Caccavale: “Una fornace a Marsiglia” presso la Fondazione Querini Stampalia a cura di Chiara Bertola e Isabelle Reiher (Venezia, 2018), “Le verre manière de faire” al Musée d’Art Moderne de la Ville de Marseille (2017), “Standart – Mont Analogue” Triennial of Contemporary Art in Armenia Dzitoghtsyan, curata da Adelina von Furstenberg (Museum of National Architecture, Gyumri, 2017), il progetto “Viale dei Canti” in collaborazione con il compositore Stefano Gervasoni (Istituto Italiano di Cultura di Parigi, 2016), la mostra all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (2011), quella al Musée de Marseille, Chapelle de la Vieille Charité (2007), al MAXXI di Roma (2002).
È uno dei quindici artisti invitati da Vincenzo Trione per il Padiglione Italia alla 56 Biennale di Venezia 2015. Numerose sono le pubblicazioni sull’artista: Armenia, Ossip Mandelstam, Dessin (2017), Fresques:Affreschi, con testi di Erri De Luca (2002), Una calma Utopia, con testi di Erri De Luca e di Chiara Bertola (1999); D’Après Tableaux (1994).