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Francesco Vezzoli

Il secondo appuntamento di incontri aperti al pubblico organizzati dalla Fondazione Spinola Banna per l'Arte vede come ospite Francesco Vezzoli il 24 Novembre 2006.

Francesco Vezzoli è nato a Brescia nel 1971. Vive e lavora a Milano.
Nostalgia e rimpianto: una melanconia che sfocia nel puro melodramma nei video e nei ricami di Francesco Vezzoli, in cui eroine di un tempo passato sono chiamate a documentare ciò che resta del giorno. Sono lacrimanti negli orditi e spesso turbate nei video, la cui struttura narrativa ripropone la stessa ferrea logica alla base del ricamo, dove ogni punto è necessariamente intrecciato a quello successivo. I personaggi che compaiono, i set in cui vengono ripresi, la stessa troupe cinematografica entrano nel lavoro come imprescindibili tasselli che ne determinano la struttura estetica e contenutistica. Il punto di partenza è spesso un omaggio alla tradizione del cinema d’autore, da Stanley Kubrick a Luchino Visconti, da Roberto Rossellini a Pier Paolo Pasolini, e talvolta una riflessione sulla cultura popolare, dai reality show alle soap opera, sino ad arrivare agli hard movie.
Nelle opere di Francesco Vezzoli, la musica è sempre stata molto importante, non soltanto come semplice colonna sonora dei suoi video. Indagatore dei miti della cultura popolare, ha spesso usato icone della storia musicale come filo conduttore dei suoi lavori, da Iva Zanicchi, a Bianca Jagger.
An Embroidered Trilogy, i suoi primi 3 video in assoluto, sono tutti incentrati su musica, arte, ricamo e cinema e ognuno di questi lavori è costruito intorno ad una canzone simbolo della cultura pop.
Ha partecipato a importanti mostre personali e collettive tra cui ricordiamo le mostre personali al Castello di Rivoli e al New Museum for Contemporary Art a New York nel 2002, alla Fondazione Prada a Milano nel 2004 e alla Tate Modern a Londra nel 2006 e la sua presenza alla Biennale di Istanbul nel 2000, alla Biennale di Venezia nel 2001, alla Biennale di San Paolo nel 2004 e nel 2006 alla mostra Taipei Biennial: Dirty Yoga al Taipei Fine Arts Museum.

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